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Accessibilità: basta progettare solo per l’85% degli utenti

La fase di progettazione di uno UX Designer ha per obiettivo quello di mettere in primo piano i bisogni dell’utente. Diventa altrettanto importante, però, prendere in considerazione anche le difficoltà di quest’ultimo per minimizzare quelli che possono diventare i suoi pain points.

Vediamo quindi qual è il significato di “accessibilità” nel contesto della User Experience e com’è possibile migliorarla!

Perché è importante l’accessibilità?

Lo UX designer, nell’identificare il gruppo di utenti target, può commettere l’errore di limitarsi a considerare solo gli “utenti tipici”, ignorando le altre categorie. Gli utenti che vengono esclusi durante la progettazione non saranno naturalmente soddisfatti dal prodotto che gli verrà presentato. Si troveranno infatti ad utilizzare un prodotto o un servizio non pensato per loro, con un’esperienza utente poco facilitata. Di conseguenza, il servizio o il prodotto sarà utilizzabile da un numero di utenti ridotto.

Cos’è l’accessibilità nella UX design?

Per accessibilità si intende la capacità di un prodotto, di un servizio o di un ambiente di essere facilmente utilizzabile da qualsiasi utente. Quindi, rendere qualcosa accessibile significa fornire a tutti le stesse opportunità e gli stessi diritti. Il termine “accessibilità” è particolarmente utilizzato con riferimento alle opportunità di esperienza di persone affette da disabilità. Infatti, nella UX l’obiettivo deve essere quello di rimuovere le barriere che ostacolano molti utenti. Non stiamo parlando semplicemente di mancanza di attenzione nell’offerta di prodotti e servizi, ma di qualcosa di più importante per l’essere umano: l’inclusività e le pari opportunità.

L’accessibilità riguarda tutti gli utenti

Esistono siti web e app molto complicati da utilizzare. La definizione del Modello Sociale di Disabilità mette in primo piano l’importanza del contesto con cui la persona disabile si trova ad interagire: “una persona è disabile perché il contesto è poco accessibile”.

Questo significa che gli UX designer dovrebbero sentirsi responsabili del modo in cui progettano, al fine di garantire a tutta la popolazione di usufruire dei servizi allo stesso modo. Le difficoltà che le persone possono avere interfacciandosi con un sito sono di vario tipo:

  1. Visive: cecità, ipovisione, daltonismo.
  2. Motorie: mobilità parziale o immobilità degli arti, dolori muscolari e difficoltà nei movimenti.
  3. Uditive: varie difficoltà uditive fino alla sordità.
  4. Cognitive: dislessia, deficit di attenzione, comprensione e memoria.

I dati parlano chiaro

Prendiamo in esempio le difficoltà visive, come quelle dell’ipovisione e della cecità. L’OMS identifica il 4% della popolazione mondiale come ipovedente e lo 0,6% come cieco: in totale, più di mezzo miliardo di persone non possono utilizzare il prodotto o il servizio di uno UX designer, se non è adeguatamente accessibile. Fortunatamente, negli ultimi anni molte organizzazioni e aziende hanno iniziato ad avere come priorità quella di migliorare l’accessibilità dei siti web, per rendere la user experience migliore per qualsiasi target.

Leggi anche “Come risolvere i problemi di un sito con la UX Design”, clicca qui.

«Il Web è progettato per essere universale e per includere tutto e tutti»

Vi ricorda qualcosa? Questa frase è stata pronunciata da Tim Berners-Lee nel 2007 e ci permette di ricordare la natura dell’ambiente digitale. Il valore aggiunto dei luoghi digitali dovrebbe essere quello di diminuire le problematiche delle persone negli ambienti in cui operano, ecco perché è così importante per uno UX designer avere più accorgimenti a riguardo.

Come si migliora l’accessibilità di un prodotto digitale?

Secondo le indicazioni nella Web Content Accessibility Guidlines, queste sono delle importanti accortezze da avere per aumentare l’inclusività:

  1. È importante avere un buon contrasto, di solito infatti viene utilizzato uno sfondo chiaro con il testo scuro. Si può verificare l’accettabilità di un contrasto sul sito accesible-colors.com
  2. È consigliabile etichettare i campi di riempimento all’esterno del riquadro.
  3. Usare differenziatori diversi oltre al colore, renderà più semplice far sì che un utente possa far ricadere l’attenzione sui punti giusti del sito. Per chi soffre di daltonia, ad esempio, è meglio avere dei messaggi importanti scritti in grassetto o sottolineati, piuttosto che averli evidenziati solo in colore rosso.
  4. I font scelti devono essere leggibili, i migliori sono: Arial, Helvetica, Montserrat, Open Sans e Lato.
  5. È importante lasciare degli spazi bianchi tra i vari contenuti per avere una visione più organizzata della pagina.
  6. Naturalmente la leggibilità e la chiarezza dei contenuti esposti nei testi è molto importante, soprattutto per gli utenti affetti da dislessia.
  7. I contenuti audio e video sono uno strumento importante per trovare un’alternativa o un supporto al testo, soprattutto per gli utenti con limitazioni della capacità visiva, oppure con difficoltà di attenzione e comprensione.  
  8. Evita di utilizzare luci lampeggianti o immagini alternate che cambiano velocemente, per evitare di creare problemi a persone che soffrono di epilessia fotosensibile.
  9. Ogni elemento del sito deve descrivere un’azione chiara: per una persona cieca è fondamentale capire dalla descrizione l’azione che deve compiere dopo aver selezionato un elemento.
  10. Rendi il sito utilizzabile anche per chi usa la tastiera e non il mouse.

Quindi ricorda, l’utente tipo non esiste, c’è sempre una ricerca da fare sui bisogni delle persone per le quali andiamo a progettare. Per uno UX designer è importante non fermarsi alle apparenze!

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